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ASPETTO EMOZIONALE LEGATO AL CIBO CHE UTILIZZIAMO

ASPETTO EMOZIONALE LEGATO AL CIBO CHE UTILIZZIAMO

CHI È LA PERSONA CON PROBLEMI ALIMENTARI?

L’obesità e spesso lo specchio di un malessere generale.

L’integrazione tra sistema nervoso, endocrino ed immunitario, oggi riconosciuta dalla psico-neuro-immunologia, che rende inscindibile il corpo dalla psiche, pertanto oggi si afferma che:

TUTTE LE MALATTIE NASCONO DALLA MENTE.

Anche in questo caso spesso accade proprio così, Freud molto tempo fa, già ebbe l’intuizione che insieme agli alimenti vengono digerite le paure ed anche i desideri non realizzati.

La persona crede di trovare la soluzione o di attuare una compensazione ai suoi malesseri eccedendo nel mangiare.

Vive spesso in una situazione di conflitto con sé stesso o con gli altri perché non accetta la sua immagine.

Fa dietoterapia, magari dimagrisce un po’ ma poi entra in uno stato depressivo, riprende peso e così via.

Chi ingrassa vive quasi sempre in una situazione di semi letargo, incapace di trasformare il grasso in vita, entusiasmo, idee e di dar forma a ciò che è nel suo intimo.

In questo contesto, anoressia e bulimia non sono altro che casi estremi in cui è maggiormente evidente il ruolo emotivo compensatorio del cibo, questo va nella direzione in cui si mangia anche senza fame oppure al restringere i cibi in poche categorie.

Espressione quindi di un’epoca in cui non solo ci alimentiamo in modo artificiale, ma ci muoviamo come automi, non crediamo più a niente, conduciamo una vita finta, fatichiamo ad essere creativi, non sappiamo chi siamo né dove andiamo.

Una società divorata da una fame cronica espressione del bisogno di colmare un sempre più profondo vuoto esistenziale.

Molte di queste conflittualità con il cibo hanno quindi radici molto profonde e risiedono nel nostro inconscio.

Lo stesso modo di nutrirsi molto spesso riflette il nostro modo di vivere.

L’UOMO VIVE E MANGIA DISTRATTAMENTE

per questo bisogna essere disponibili a recepire l’aspetto emozionale, aiutare a cambiare il “comportamento alimentare” cercando di ricordare che i cambiamenti vengo affermati solo quando vengono fatti propri e vissuti direttamente, perché è da qui comportamento generale e solo così i risultati potranno essere stabili nel tempo.

La nutrizione intervenendo sulla composizione corporea, anche perché noi riusciamo a costruire il nostro corpo attraverso gli alimenti che forniscono  all’organismo le sostanze  atte al rinnovamento cellulare e alla riparazione  dei tessuti  lesi e le energie  necessarie  al nostro sostentamento, questo è sicuramente  il primo intervento terapeutico  in grado di potenziare il nostro organismo, dando la forza alla persona di cambiare il proprio atteggiamento mentale e rendere più efficace ogni altra terapia.

La guarigione è un processo che nasce dal nostro IO più profondo, pertanto anche solo fornire alla persona nuovi modelli di interpretazione, creare un abito comportamentale, aiutare a cambiare i propri schemi mentali, aprire nuovi orizzonti possono far scattare il meccanismo dal proprio interno creare una disponibilità a rivedere le posizioni acquisite e stratificate.

UNA VITA NON ANALIZZATA NON È DEGNA DI ESSERE VISSUTA” (Socrate)

Molte persone non sono in grado di analizzarsi, ma si muovono meccanicamente ripetendo gli stereotipi mentali del loro ambiente.

Quando si prende coscienza si crea già un buon terreno per il cambiamento.

Quindi l’aspetto psicologico in questo caso risulta fondamentale.

Capire le problematiche alla base, capire perché si è rivolto ad un professionista e soprattutto cosa è disposto a fare per andare verso il cambiamento.

Il professionista dovrà valutare carattere e personalità per sapere come proporre determinati orientamenti nutrizionali.

Non studiare in maniera sterile le assunzioni alimentari ma conoscere profondamente la persona per proporre modelli a lui appropriati e pertanto plausibili di essere seguiti ed accettati.

Il primo obbiettivo e fare in modo che la persona ponga grande attenzione ai propri problemi e divenga lui stesso artefice e responsabile della propria salute.

Rafforzare le motivazioni e considerare anche il ruolo di alcuni nutrienti nella produzione di neuromodulatori neurotrasmettitori in modo da non determinare la carenza, pena il fallimento della dieta dal punto di vista psichico, parliamo anche di depressioni che sono insorte in precedenza dal fallimento di alcune diete fatte in passato.