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Uso proprio ed uso improprio dei Farmaci nello Sport

Uso proprio ed uso improprio dei Farmaci nello Sport

Nello sport i farmaci, inevitabilmente, insieme ad effetti terapeutici possono provocare effetti indesiderati, specialmente se siamo per l’appunto sportivi e stiamo tentando di allenarci secondo un percorso prestabilito da vari obiettivi, il farmaco sintetico può in alcuni casi stravolgere i nostri piani.

Capiamo meglio quale sia l’uso proprio e l’uso improprio dei Farmaci nello Sport e non solo, anche nella vita normale di tutti i giorni.

Scendendo con maggiore accuratezza nello specifico:

La morbilità e la mortalità risultanti da questi effetti indesiderati costituiscono spesso un problema diagnostico, poiché i farmaci possono agire su ogni organo e sistema dell’organismo e i segni che ne derivano vengono spesso attribuiti erroneamente alla malattia di base. 

I progressi fatti nella ricerca, nello sviluppo e nella regolamentazione dei farmaci assicurano, nella maggior parte dei casi, l’uniformità, l’efficacia e la relativa sicurezza, indicando nel contempo i rischi noti.

Tuttavia, prima della registrazione e commercializzazione, i nuovi farmaci vengono valutati in un numero relativamente piccolo di pazienti che tendenzialmente sono meno gravi e hanno meno patologie concomitanti dei pazienti che riceveranno in seguito il farmaco nella pratica clinica. 

Poiché il numero di pazienti studiati negli studi clinici è relativamente ridotto e altamente selezionato, reazioni avverse rare potrebbero non essere riconosciute prima della registrazione del farmaco e pertanto i medici devono essere cauti nel prescrivere nuovi farmaci e prestare attenzione alla comparsa di effetti avversi che non si sono mai manifestati in precedenza.

L’ampio numero e varietà di farmaci da banco e prescrivibili e di preparazioni erboristiche oggi disponibile rende praticamente impossibile, sia per il paziente che per il medico, ricordare tutte le informazioni necessarie a un uso appropriato del farmaco. 

Pertanto è comprensibile come molti farmaci da banco vengano utilizzati impropriamente e che farmaci prescrivibili vengano prescritti non correttamente dai medici.

Molti medici utilizzano nella loro pratica clinica non più di 50 farmaci acquisendo così familiarità con la loro efficacia e sicurezza; allo stesso modo, molti pazienti utilizzano probabilmente solo un numero limitato di farmaci da banco; ciò nonostante molti di essi vengono seguiti e trattati da più di un medico, e nell’arco di un mese molti pazienti possono consumare più di tre diversi farmaci da banco contenenti nove o più sostanze chimiche diverse.

Dal 25 al 50% dei pazienti commette errori nell’assunzione dei farmaci prescritti e questa può essere una causa di effetti indesiderati. 

I pazienti anziani commettono più facilmente questi errori, probabilmente perché assumono un quantitativo maggiore di farmaci. 

Almeno un terzo dei pazienti, inoltre, non assume i farmaci prescritti.

Analogamente, i pazienti commettono errori nell’assunzione di farmaci da banco perché non leggono o non seguono le istruzioni fornite dal produttore. I medici dovrebbero capire che dare istruzioni all’atto di prescrivere un farmaco non garantisce sempre la disponibilità del paziente ad attenersi alle istruzioni fornite per l’assunzione corretta di un dato farmaco.

Comunque, ogni farmaco può provocare effetti indesiderati anche se si seguono le raccomandazioni generalmente accettate come corrette.

Quando però il farmaco è usato scorrettamente, la sua efficacia può essere ridotta e gli effetti indesiderati possono osservarsi più di frequente.

La somministrazione di vari farmaci in associazione può inoltre provocare interazioni potenzialmente dannose. 

In ospedale, il controllo medico su tutti i farmaci somministrati dovrebbero garantire la corretta somministrazione dei farmaci al paziente. 

Vi possono comunque essere errori quali la somministrazione di un farmaco errato, di una dose sbagliata o al paziente sbagliato, anche se i migliori sistemi di distribuzione e di somministrazione attualmente in uso a livello ospedaliero hanno ridotto questi problemi. 

D’altro canto, non esiste alcun modo di controllare come i pazienti ambulatoriali assumano i farmaci prescritti o quelli da banco.

Naturalmente mettiamo in ballo anche le prescrizioni fitoterapiche cosiddette “naturali”, se il prescrittore di medicina olistica usa lo stesso modo allopatico della medicina tradizionale si pone nello stesso errore , ovvero cura del sintomo e non della causa, il concetto di naturale, quindi non fa male, mette a repentaglio anche qui evoluzioni importanti sulla salute della persona.